RICERCA NAZIONALE
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Non studia e non lavora
Resta ai margini, fuori da percorsi di studio e lavoro, in attesa di una opportunità.
Lavora in commercio e ristorazione
Lavora in settori caratterizzati da precarietà, paghe basse e orari masscranti.
del reddito disponibile degli adulti
Pur lavorando il reddito disponibile è comunque più basso di quello della generazione precedente.
Vogliamo realizzare una ricerca nazionale che ci permetta di capire il rapporto tra giovani e lavoro.
La “repubblica è fondata sul lavoro”. Al lavoro dedichiamo la maggior parte del nostro tempo da svegli, nei nostri anni migliori; la formazione scolastica e universitaria è sempre più diretta per prepararci al lavoro. La nostra occupazione ha un ruolo importante nel definire la nostra partecipazione alla società, la nostra soddisfazione personale e, ovviamente, nel garantire la nostra autonomia economica.
Eppure, una persona giovane su sei non studia, né lavora; in alcune, province, nel mezzogiorno, quasi una su due. Ci sono politici e imprenditori che puntano il dito contro le persone giovani e le accusano di pigrizia. È assurdo: si tratta di numeri così grandi, che dovremo trovarci di fronte a un clamoroso fallimento generazionale. Chiaramente, non è così. Ci sono problemi di sistema, nel lavoro. Le occupazioni di qualità si riducono e richiedono, per accedervi, di sostenere una competizione sempre più accanita e una corsa a titoli e qualificazioni costosa e logorante. Dall’altra parte, si moltiplicano posizioni lavorative che rasentano lo sfruttamento legalizzato, soprattutto in settori come quello turistico o della ristorazione oppure nell’ambito della “gig economy”.
Ci sono forti interessi, e processi complessi, che favoriscono una polarizzazione dei lavori, per cui sono sempre più divaricate poche occupazioni soddisfacenti da una parte e altre, ai limiti dello sfruttamento, dall’altro. Al posto di una società sempre più competitiva, dove bisogna prevaricare le altre persone per raggiungere le occupazioni migliori, ci chiediamo come costruire una società più eguale e solidale, dove buoni lavori sono capaci di contribuire all’autonomia e soddisfazione personale di ogni persona, non solo di poche. Ammesso che il lavoro sia mai stato, e debba essere, il mezzo e fine ultimo della realizzazione personale di ogni persona, mentre c’è chi costruisce un’economia sempre più fondata su lavori sfruttanti, noi vogliamo contribuire a invertire la tendenza, verso un’economia fondata su lavori gratificanti e utili per le singole persone e la società.
Per farlo, il primo passo è avere una migliore conoscenza della situazione. Vogliamo contrastare con dati il mito di una generazione di sfaticati; vogliamo tratteggiare con precisione le condizioni di lavoro delle giovani persone e le loro aspirazioni. Sulla base di queste informazioni vogliamo contribuire a cambiare il dibattito sul lavoro e i giovani nel nostro paese.
Rispondi al questionario, partecipa a interviste o focus group.
Collabora ad analizzare i dati o a comunicarli.
Raccoglieremo dati rappresentativi della situazione giovanile, sia attingendo ai database esistenti, sia creandoli tramite un sondaggio nazionale.
Raccoglieremo e analizzeremo, tramite focus group e questionari, punti di vista e prospettive di giovani, per comprendere meglio e con più profondità i dati quantitativi.
Presentare un primo set di dati per porre la questione del lavoro giovanile prima delle elezioni europee.